Recensioni
L'età del disordine
AUDIOREVIEW
''L'Età del Disordine rappresenta il cantautorato più evoluto e moderno. L'ammaliante circolarità di Begonie, il riff gonfio di watt di Cocktailchemico, la surreale Ginnastica, il pianismo denso e introspettivo di Era Ieri, le diradazioni siderali di Astronauta, il taglio hard di Cuore Nero."'
Enzo Pavoni
IL GIORNALE DELLA MUSICA
"Quello che seduce in questo album è proprio la naturalezza con cui sono accostate atmosfere sofisticate e composizioni ardite a ganci melodici e sonorità attuali; da una parte c’è subito un’estrema immediatezza d’ascolto, dall’altra si scoprono a mano a mano dettagli nuovi, particolari e suggestivi. Pensate insomma a una versione colta di Cristina Donà, tra ascendenze prog e una poetica vicina a Paolo Benvegnù."
Stefano Bizarre Quario
ROCKIT
"La realtà dei fatti è una e una sola, poche scuse: L'età del disordine è un disco splendido, tra le migliori uscite del 2022. Si prospetta come uno dei lavori più intensi e coinvolgenti di un'intera discografia personale come di gran parte delle proposte attuali al di qua dei confini nazionali."
Stefano Gallone
EXTRA MUSIC
"Ci sono i pezzi trascinanti e scatenati come l'iniziale "Begonie", l'accattivante acidità di "Cocktailchemico" e "Cuore nero" con le serrate chitarre elettriche. Quelli più sperimentali come la teatrale "Ginnastica", cantata con molta ironia, e "Panorami-che", intrisa di elettronica e con un interessante intreccio di voci. Si passa dal tango con pianoforte e percussioni di "Jingle" ai fraseggi di blues distorti con "Amore è cieco". I synth e l'elettronica si incontano col pianoforte in "Era ieri" e "Cosa sai di me". Trovano spazio anche brani intensi, suggestivi e avvolgenti come “Astronauta" e la conclusiva "Piccola cicatrice". Petrina dimostra di essere un'artista completa (suona pianoforte, tastiere, chitarre) con una vocalità ricercata, personale e sonorità in bilico tra classico e moderno."
Marco Sonaglia
IL GAZZETTINO
"Ogni volta che nella “morta gora” del Terzo Millennio, dove la musica di area pop naufraga nella Trap casereccia – vero reality del nulla – senza neanche la ferinità del rap afroamericano e appena sorretta dall ripetitiva geritrica musicale di cantautori di casa nasce qualcosa di significatico è un rito festoso."
Marco Maria Tosolini
LUCIDAMENTE
"La sensibilità è tutta al femminile, col coraggio di scavare nella propria interiorità e di esporla agli altri, ma sempre con modalità simboliche, poetiche e spesso ironiche, sicché sembra quasi non ci si voglia mai prendere troppo sul serio. Un mondo che a volte sembra soggettivo, intimo e introiettato sul Sé, ma che, invece, via via si dipana grazie a interminabili fili musicali/luminosi, fino a espandersi nell’universo in adamantini scintillii colorati."
Liliana Picciotto
DISTORSIONI
"La voce di Debora è al suo massimo, i vecchi microfoni a nastro usati hanno creato un effetto “fifties” davvero originale.  Il terzetto di canzoni iniziali è semplicemente irresistibile. Begonie, Cocktailchemico e Ginnastica sono tre potenziali singoli che in tempi di 45 giri avrebbero girato a lungo nei juke-box, ricchi come sono di melodie e refrain, da mandare a memoria ed ascoltare nel quotidiano.“L’età del disordine” è uno dei lavori più riusciti di questo 2022."
Ricardo Martillos
MESCALINA
"I riferimenti dell'artista sono alti: Diamanda Galas, per l'uso spesso drammatico e dinamico del pianoforte, come in Begonie, che vanta anche un testo ipnotico, denso di assonanze e iterazioni, o Cristina Donà, per l'impostazione della voce, a volte raddoppiata in un'eco affascinante e sottolineata dal piano, come in Panorami-che, o in Era ieri. Petrina sa come toccare le corde del sentimento, senza mai risultare sentimentalistica; e questo è un pregio notevole, in un mondo musicale sempre più autoreferenziale. Ne sono testimonianza due piccole perle: l'eterea storia di Astronauta, o la dolente, sospesa, minimale Piccola cicatrice, che chiude il disco con un brivido."
Laura Bianchi
L'ISOLA CHE NON C'ERA
"Ferite, cicatrici e assenze che aleggiano nell'aria creano una sorta di disordine interiore che va a mescolarsi al disordine sociale e culturale di questo tempo. Un disco che sa porsi ai massimi livelli di quello che potremmo definire il filone indie-rock con venature elettroniche."
Andrea Podestà
EXPOSE' // Seattle
"Per il suo quarto album di canzoni originali, Debora Petrina ci regala L'Età del Disordine, un'altra superba raccolta di musica creativa che sfida la categorizzazione. L'Età del Disordine è un fulgido esempio di creatività sfrenata, combinata con uno spirito avventuroso, una tecnica impeccabile e l'intelligenza di mettere tutto in un pacchetto coerente. È uno dei momenti salienti del 2022 e contiene molte canzoni che varrà la pena rivisitare negli anni a venire."
Jon Davis
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